Circolo Culturale il Gattopardo
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POESIE
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Lu Gufu (Angelo) |
Come due cani
Abbiamo attraversato giorni bui giardini in cui non crescono le rose sere noiose come quando è finita ormai la festa e nulla resta oltre l'immenso vuoto che al bene si antepose. Abbiam spezzato con la nostra bile il fil sottile della gentilezza la tenerezza che in abbandono ci cullava il cuore quel nostro amore senza velleità bramoso di dolcezza. Ed ora siamo io e te stranieri resti di un ieri che non ha domani come due cani che hanno per la strada abbandonato. Sono ostinato e non riesco a dire ancor con me rimani. |
Alla malora! Volevo dedicare questi versi a chi di tempo tanto se ne intende, che di minuti mille già ne ha persi ma quando viene l'ora non attende. Ero arrivato a quell'appuntamento con soli tre secondi di ritardo, e lei prima di cogliere l'evento si mise a urlare senza alcun riguardo! Piantala! Urlai con tutto quanto il fiato sperando di destar ripensamento, ma mi trovavo forse controvento e allora non udì quel mio ululato! Così come fa chi poi s'accalora essendo che la collera lo accende, nel muro le indicai le sue faccende ed ivi la diressi alla malora! |
C’era la neve
C'era la neve e lungo il viale tu che ritornavi con gli occhi del martirio. Sul manto bianco i passi formavano una scia di vita desolata. Ora sei sola, sepolta nell'attesa che alimenta il grembo e la ferita ancora dolorante imbratta sogni di liquidi vermigli |
Cerco una rima Costava tanto allor non l'ho comprata. Perchè buttare i soldi mi son detto? Mica la paga me l'han regalata, l'ho guadagnata a calci nel garretto! Ma se la tenga Lei quell'immondezza e smetta d'osservarmi il portafoglio, perchè foss'anche pieno di ricchezza quella robaccia proprio non la voglio! Bisogna stare attenti negli acquisti perchè sovente si riman fregati in special modo dai non farmacisti o da chi tratta pannolini usati. Ma v'è una specie un po' particolare quale non devi dar la tua moneta per evitare poi di lacrimare: fammi la rima tu ch'abbia una 'eta' |
La Seggiola Continuando nella carrellata d'oggetti che la nostra vita assedia commetterei certo una vigliaccata se non parlassi un poco della sedia. Fin da tenera età se ne fa uso per adagiare il nostro bel di dietro e quando ad occuparcela è un intruso non esitiamo a reclamarla indietro. Persino dal dottore o in una chiesa facciam fatica a reperirne una anzi per favorir la nostra impresa ci premuniamo di portafortuna. Ma vi son sedie cari amici miei che più che tali sembrano dei Troni e manco con l'aiuto degli dèi chi le ha occupate più ne disarcioni! |
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