Circolo Culturale il Gattopardo

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POESIE

Lu Gufu (Angelo)

angeltins@tin.it



Come due cani


Abbiamo attraversato giorni bui
giardini in cui non crescono le rose
sere noiose
come quando è finita ormai la festa
e nulla resta oltre l'immenso vuoto
che al bene si antepose.

Abbiam spezzato con la nostra bile
il fil sottile della gentilezza
la tenerezza
che in abbandono ci cullava il cuore
quel nostro amore senza velleità
bramoso di dolcezza.

Ed ora siamo io e te stranieri
resti di un ieri che non ha domani
come due cani
che hanno per la strada abbandonato.
Sono ostinato e non riesco a dire
ancor con me rimani.








Alla malora!


Volevo dedicare questi versi
a chi di tempo tanto se ne intende,
che di minuti mille già ne ha persi
ma quando viene l'ora non attende.
Ero arrivato a quell'appuntamento
con soli tre secondi di ritardo,
e lei prima di cogliere l'evento
si mise a urlare senza alcun riguardo!
Piantala! Urlai con tutto quanto il fiato
sperando di destar ripensamento,
ma mi trovavo forse controvento
e allora non udì quel mio ululato!
Così come fa chi poi s'accalora
essendo che la collera lo accende,
nel muro le indicai le sue faccende
ed ivi la diressi alla malora!







C’era la neve

C'era la neve
e lungo il viale tu
che ritornavi
con gli occhi del martirio.
Sul manto bianco i passi
formavano una scia
di vita desolata.

Ora sei sola,
sepolta nell'attesa
che alimenta il grembo
e la ferita
ancora dolorante
imbratta sogni
di liquidi vermigli







Cerco una rima


Costava tanto allor non l'ho comprata.
Perchè buttare i soldi mi son detto?
Mica la paga me l'han regalata,
l'ho guadagnata a calci nel garretto!

Ma se la tenga Lei quell'immondezza
e smetta d'osservarmi il portafoglio,
perchè foss'anche pieno di ricchezza
quella robaccia proprio non la voglio!

Bisogna stare attenti negli acquisti
perchè sovente si riman fregati
in special modo dai non farmacisti
o da chi tratta pannolini usati.

Ma v'è una specie un po' particolare
quale non devi dar la tua moneta
per evitare poi di lacrimare:
fammi la rima tu ch'abbia una 'eta'






La Seggiola


Continuando nella carrellata
d'oggetti che la nostra vita assedia
commetterei certo una vigliaccata
se non parlassi un poco della sedia.


Fin da tenera età se ne fa uso
per adagiare il nostro bel di dietro
e quando ad occuparcela è un intruso
non esitiamo a reclamarla indietro.


Persino dal dottore o in una chiesa
facciam fatica a reperirne una
anzi per favorir la nostra impresa
ci premuniamo di portafortuna.


Ma vi son sedie cari amici miei
che più che tali sembrano dei Troni
e manco con l'aiuto degli dèi
chi le ha occupate più ne disarcioni!


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9 Agosto 2006
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