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RACCONTI

Alberto M.




Doppio equivoco

Non avrei mai pensato che potesse finire così. Mancano tre minuti a mezzanotte e lei non s'è ancora vista. Le ho telefonato mezz'ora fa, ma il cellulare era spento e in casa non c'era. Il nostro appuntamento era per le ventitré. Se fra un minuto non sarà qui, in questa splendida piazza, durante questa notte magica alla quale manca solo qualche fiocco di neve per renderla ancora più speciale, vorrà dire che non verrà più.
Questa sua latitanza può voler dire solo che ci ha ripensato, che non mi vuole più e che ha qualcun altro. Troppo drastico? Esageratamente pessimista? No, solo realista, perché la mia idea nasce dopo un ragionamento logico, ineccepibile. Lei non ha mai mancato gli appuntamenti, non ha mai tardato più di cinque minuti; e quando ciò accadeva mi telefonava. Sempre.
Beh, inizio a salire le scale verso la torre. Questa sera è aperta ai visitatori o agli aspiranti suicidi come me. La mia vita non ha più senso oramai; è inutile che aspetti ancora. In realtà qualche segnale c'era già stato. Mi diceva che sentiva il nostro rapporto spento. Dopo solo sei mesi?
Ecco sono arrivato in cima. Saranno trenta metri; spero che bastino ad uccidermi. Non c'è nessuno; che bella vista si gode da qui! Che belle luci! Quanta gente! Ecco, ho scavalcato le guglie. Sono sul cornicione che corre lungo il perimetro della torre. Guardo il mondo per l'ultima volta…
E quella chi è? Oddio sono scivolato! Ho perso l'equilibrio, ma per fortuna sono riuscito a trattenermi con le mani avvinghiate dentro a delle scanalature che offrono un po' di presa. Volto la testa e la vedo. E' lei! E' in compagnia di una ragazza. Allora c'è stato un equivoco. E' arrivata quest'amica all'improvviso e così ha tardato, e il cellulare s'è solo guastato. Non riesco a risalire, le mani stanno per mollare la presa. Sto per morire! Inutilmente.
“Andiamo Elena. Si vede che s'è stufato e se n'è andato.”
“Allora glielo dirai domani.”
“ Che lo lascio perché ti amo? Certamente Angela, non posso perderti.”
“Che forti queste campane.”
“Già, anche se qualcuno gridasse non lo sentirebbe nessuno.”



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9 Agosto 2006
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