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POESIE
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Daniela Manzini Kuschnig

I Racconti
di Daniela Manzini Kuschnig



memoria di noi


e la memoria di noi è polvere di
ossa, brandello e laccio,
spigolo senza svincolo
che lega a doppio nodo
il tempo
da occhiello a occhiello
in intrecci filanti
di  colori di terra,
in silenzi
stellari diluiti all’ infinito,
sempre là,
dove  l’ attimo
nidifica e
mette piume.






Notturno

La tua voce raschia
rauca
l' orlo della sera
ti divincoli fra strade solitarie
e notti insonni
come un cane tenuto alla catena
abbai ai silenzi dei campi
lunghi lenzuoli stendi di
tempi andati,
alla memoria
persi,
fradice radici
e allo spaventapasseri racconti
della limpida follia che ti
pone per strada, la notte,
in cerca di risposte
alle domande che
il capo ti riempiono di
di tremule farfalle,
brividi di terra
fremiti di luna.





Bagno di luna

È tornata la luna
a piovermi sul capo
pulviscolo notturno,
è tornata, ricorrente,
a spuntarmi sulla fronte
raggi del pallore del fantasma

a suggerire e accarezzare, a dire
parole lente a ritmo
con il cuore
con il battito del ciglio
con il pulsare del
polso, stretto fra due dita

è rifiorito il canto
fuor dall' osso e piano giù
s' incrina, di
linfa verde
sguscia l' uovo
del respiro

e ancora scrivo note
a margine, sul libro
contabile del
tempo.





le streghe non esistono

Breve squarcio di luce
fra lenzuolo e guanciale
crepitio e schiocco di vele
alla finestra
polvere magica sulla punta
delle dita

svettano gli alberi al cielo
rigido di piombo notturno,
i rami torcono ombre in volo
verso la luna

antiche disgregate polveri
disperse si chiamano

occhio di salamandra
coda di lucertola,
sangue di drago,

nel calderone delle cose
passate, l' intruglio ribolle
di schiuma rabbiosa,
il tuono l' animo esplode
di memorie infinite,

sconfinati, i luoghi del sonno
accolgono lunghi respiri
attorcigliati alla cruna dell' ago
che le ombre cuce alla luce.





Muso di cane

Sul tappeto rosso
peli di cane
da spazzolare,
fili d'argento impolverati sotto la suola
della pantofola di spugna rosa,
muso di cane
umido, morbido,
occhio di cane alle sei del mattino
ogni risveglio bavoso
vigile
intenso
occhio che apre la porta alla mia cecità.





Estate peregrina

estate peregrina
calda accecante

profumo disperso
colore diffuso

tarantola assetata
ho percorso
la strada
di sasso in sasso
mare di sabbia
cercando
a perdermi senza confini,

niente confini, niente

per poi, filo d' erba sottile,
rinascere.





Clessidra

Sabbia fine pungente
punte di spillo
portate dal vento
a limar la pelle del volto,
sabbia dorata
ricopri
poi
scopri
pene e ricordi:
tarli nel legno
sabbia di legno sul pavimento
son orme lasciate
mai cancellate.



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9 Agosto 2006
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