Circolo Culturale il Gattopardo
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Premio di Poesia Circolo Empedocleo - Edizione 2007 | ||
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OGGI Ritmi lenti Che profumano di gelsomino Raggomitolata sul divano Dove il silenzio Che mi permette di assaporare Il fruscio di te Che volti le pagine del giornale Mi sembra Il suono avvolgente di un sax Che all'improvviso Sfiora solchi sulla mia pelle. E so che ci sei MACCHI MONICA - MILANO 7 SORELLE C'erano una volta sette sorelle sette tutte diverse. Una sentiva la voce del vento un'altra la voce di Dio una si vestiva di nebbia un'altra di luce abbagliante una mangiava gesso e creta un'altra miele. C'erano una volta sette sorelle. Ognuna aveva la sua canzone. La prima cantò con gli occhi bassi e fu travolta dalla tempesta invano la sua voce si diffondeva tenue in quel clamore. La sua canzone si perse nel vento. Quando tacque si udì un inquietante silenzio nessuno più udì il suo canto. La seconda cantò più forte sicura della sua forza. Quando fu travolta dalla tempesta la sua voce si alzò in un lamento e divenne leggera come un raggio di luna. Quando venne la bonaccia la sua canzone fu un suono meraviglioso nuovo come il primo mattino forte come mai era stata. A tutti donò il suo canto. La terza non sapeva cantare ma aveva la magìa nelle mani divenne fata e folletto e muoveva le cose intorno ridendo con suoni argentati. Forse la tempesta ebbe paura della sua magìa forse la sua canzone fu troppo debole o troppo forte. La vita cantò per lei e lei fu canto della vita. La quarta aveva molta paura ma possedeva il canto dell'usignolo aveva i suoni più dolci e più puri e tesseva con pazienza la sua melodia. La tempesta la scosse appena l'uragano la sfiorò senza spezzarla il suo canto leggero non si fermò mai. La quinta si fece un vestito da regina la sua voce era suadente forte e intonata calda e vibrante. La tempesta non la piegò la sua canzone arrivò alle stelle. La sesta cavalcava l'uragano e si vestiva con l'arcobaleno non volle cantare una sola canzone. Quando arrivò la tempesta quando il vento scosse la polvere e la terra gemeva e tremava tenne una sola nota e ricamò su di questa la sua canzone tenace forte e strana sole di mezzanotte. La settima aveva la voce per cantare temeva il vento e l'uragano. La sua canzone si alzò a lungo sottile e limpida come una sorgente. Quando la tempesta le tolse l'acqua non ebbe più forza per cantare. Ma ogni tanto, quando la luna splendeva e il narciso fioriva la sua canzone si alzava sorpresa per seguire una strada non conclusa fra il vento impetuoso e gli scrosci di pioggia. C'erano una volta sette sorelle tutte diverse. Ognuna cantò la sua canzone e fortunato per sempre fu chi si fermò ad ascoltarla. MADDALENA MACIDI GABRIELLA - MALO - VI Il fiore e l'erba Dedicata al ragazzo disabile picchiato in classe, filmato e deriso dai compagni. (Torino, novembre 2006.) Quale triste sorte per un bocciolo un piccolo e tenero fiore, più indifeso cinto da erba maligna: un'ortica dalle innaturali spine. Il male più grande di tali incompiuti vegetali è nell'indifferenza che li nutre e che, come perfetti girasoli gli volta il viso verso ciò che conviene ne ruota lo sguardo da ciò che compie. La grata terra nutre fiori ed erbacce allo stesso modo, come feconda madre ma non riceve eguale riconoscenza. E per una volta è solcata da infertilità bagnata da lacrime e sangue del fiore più bello. Possano, quei petali crudelmente scesi sancire la fine dell'autunno del cuore e generare semi di un'imperiosa primavera per un'unica distesa di steli, profumi e colori. MANAGO' MARCO - ROMA L'AMORE SI VERSA Assieme ai ghirigori del pensiero si affiancano figure stravaganti e inosservate che passano di sfondo nella vista fatta a imbuto: miraggio nell'aria tremolina. Nasce limpido il concetto del tuo mondo, poi rifletti all'umana povertà e leggi nell'azzurro in filigrana che l'amore si versa, nel tempo che ti è dato, non si acquista. MARTELLI DEMO - SAN LOREMZO M. FRAGOR DI ...VINO! Schiocca, galoppa e s'avviluppa, s'accavalla su se stessa quasi a mangiarsi tanto il baluginar recondito dei gusti, guizzando intraprendente come un'acciuga pazza, le papille sue estasiate frizza e scompiglia… Soffice carezza che fa in bocca, ed anche in testa, di bollicine matte dolce-sottil ebbrezza s'agitano così tanto, poverine, sol per fare capire a quelli che ancora non sanno che il succo dove sguazzano, oh magica bevanda, amore e sogni sparge come bolle di sapone, fuggevoli scintille di topazio e di rubino, sfumando in sottofondo con un dolce fragor di … vino! MARZANO ROBERTO - CHIAVARI LE DISTANZE che cosa non farei per scoprire una strada che mi porti fino a una bella come te e tu dici dove posso trovare uno che voglia sposarmi non c'e come sono vicine queste nostre distanze noi due siamo proprio come su due lati d'un vetro due gocce d'acqua così vicine e così lontane ma non ci fonderemo mai in una sola goccia che al sole di primavera risplenda finchè qualcuno che tutto capisce non romperà il vetro MATANOVIC FRANJO - TRIESTE Un Vecchio Libro Tra le pagine di un libro di scuola Un po' vecchie e dal tempo ingiallite Mi ritrovo davanti per caso Una piccola rosa appassita Sento ancora il suo dolce profumo Mi trasporta ad un tempo lontano Son seduta su un banco di un'aula Prima B di una piccola scuola... Dei compagni ancor sento il vocio Anche se qualche volto mi sfugge Siamo giovani con nel cuor tanti sogni Di avventure e di un lieto domani..... Ci siam sparsi col passare degli anni Emigrati in paesi lontani Di quei giorni ormai solo i ricordi Tra le pagine dei vecchi libri.......... MAZZARELLA MARIA TERESA - MELBOURNE In fondo al cuore Ho stretto le catene del cuore Con un nastro Dorato per conservare Ciò che di più bello mi è rimasto. Dentro al cuore ho messo Un cofanetto prezioso Che conservi fino a quando potrà L'essenza di noi. Ho appena visto sul cuore Una cicatrice che sanguina A ricordarmi che non sono Sempre rose. Ho guardato il mio cuore E non ho avuto rimorsi: non basteranno i ricordi, le lacrime e i pensieri a cambiare che, in fondo al cuore, per sempre tu. MAZZARIOL ELISA - ORMELLE ECCO PERCHÈ PIANGO Parlerò della mia patologia potente, Che mi promette la prigione dorata, Che mi propone la morte pregustata. Presto sparirò senza prenotazione. Non ho padronanza. Sarà la prepotenza della piaga Che mi spingerà nel pozzo infinito, a pezzi. Sarò un pezzente puzzolente senza pensieri, Un pagliaccio patetico in porcellana. Mentre piovono piagnistei che pigolo Mentre il prete di pietra, poeta. E paro perplessa, mi picchiano ; E sparano, paro penata. Ma peggiore : palpiti pallidi pazientano… Mi paleso pazza, impotente in questa parapiglia. Il pendemonio mi perfora e mi pedina, E senza pietà, mi si pittura una previdenza : ecco perché piango. MERCIER MORGANE - PARIGI E continuo a scrivere E continuo a scrivere… che le cose hanno una memoria racchiudono delle storie o frammenti di esse una conchiglia può contenere il mare e una stella alpina una intera montagna il tuo sorriso in una fotografia l'infinito e questa fede al dito l'amore Dove sei… potrei cercarti tra i diseredati urlare al vento il tuo nome in un giorno di tempesta nei vicoli di notte dentro le ombre oscure tra i cigolii sinistri di vie deserte nei rigagnoli della solitudine E invece ti cerco tra le cose tra le scie di te in quel maglione che ora porto e accarezzo sento il tuo odore che ritrovo tra la folla quando mi volto di scatto a cercarti per incrociare il tuo sguardo …ed il mio cade nel vuoto precipita senza trovarti. MINGIONE SALVATORE - ROMA ASCOLTA IL MIO SILENZIO Ascolta il mio silenzio quando non avrò più pensieri per esprimermi, quando sui fogli la mia mano stanca e sudata si fermerà. Segui il sentiero dove le mie parole passo dopo passo ti sono state accanto, e non cercare di corrermi incontro per fermare il dolore! Continua per la tua strada, io continuerò per la mia. Saprò raggiungerti se mi raggiungerà il sorriso, se quella lacrima, che adesso mi divora, saprò sconfiggerla. Ascolta il mio silenzio, in quelle notti insonni quando il tuo respiro si fermerà per qualche attimo a pensarmi, quando nel ricordare ti sentirai bruciare gli occhi... e in fondo al cuore avvertirai la mia presenza dentro te. Tu non voltarti indietro, lascia che sia lo spazio tra la pioggia e il vento a scrivere di noi, del nostro tempo. Per ora ascolta il mio silenzio, ascoltalo se puoi... io da quest'aria , lontana dalla tua, ti sentirò! MINNITI RITA - CAVA DEI TIRRENI Cento gocce d' acqua Cento gocce d' acqua giù dal cielo scendono filtrando nelle zolle si riuniscono a sorelle poi scorrono, saltano, nel mare si disperdono Cento gocce dal sole si lasciano condizionare si riducono in vapore, condensano vagano lontano, riprende il ciclo a funzionare Perpetuo è il moto, così funziona il mondo se l' uom non s' intromette segnata è già la sorte dell' eterno girotondo Una sola, candida e ostinata goccia devia la sua corsa, scansa la pianura plana in alto, atterra su una roccia Si ribella alla natura, sgusciando circospetta finisce in un torrente, segue la corrente arriva alla fonte, a saltar viene costretta Non atterra nel terreno e neppure sulla roccia La corsa è già finita, si ritrova in un condotto E' buio pesto. Poveretta, questa goccia! Analizzata, imbottigliata la nuova identità è ormai nota, sull' etichetta stampigliata Viaggi, soste, sempre all'addiaccio l' aria è letale, basso il morale alla fine trova tregua in uno spaccio Sullo scaffale la goccia è sconsolata poi la bottiglia plana in un carrello tra lattine, grana, pane e l' insalata Giorni a patir in una misera dispensa poi finalmente il tappo viene tolto tenta il colpo: vuol diventar condensa Disperato il destino della poveretta il mar non è la meta della rotta ma il ventre di un' umile vecchietta Si ritrova in una bolgia infernale a combatter in singolar tenzone succhi gastrici e flora intestinale Infine vede la luce, l' orifizio si avvicina accelera, annaspa, alla fine ci riesce poi finalmente fuoriesce, guidata dall' urina Precipitando annusa: è fresco! sembra un sogno l' aria pura ricorda il candore delle montagne Dura poco la speranza; presto si ritrova nella fogna Paziente indugia, imputridita nel letame brama la scadenza della tragica esperienza aspirata, spinta e risucchiata dal liquame Il viaggio è periglioso, non riesce ad avanzare scorie ammucchiate ostruiscono le grate dall' aere è minacciata, da fameliche zanzare Non s' arrende, ma di più non sa che fare quando pare rassegnata, la tenacia vien premiata e si tuffa esausta nel suo agognato mare Riacquista la speranza, un po' di esuberanza interroga il suo cuor, giammai sbagliare ancor riesamina il passato per capire la mancanza Arrendersi al destino, rassegnarsi è bello? Oppur sfidare la sorte, a costo della morte rischiando di finire in un lurido budello? Provateci un po' voi, se amate il madrigale a completar di getto questo stupido sonetto conferendogli, rimata, una semplice morale MIRRA GIANNI - SAN GIORGIO A CREMANO Sepolta nel blues A Janis Joplin Canti ed ancora canti amori incanti istanti e venti nei campi. La tua voce è ritaglio, ventaglio di tempo, luce di ieri, rabbia nera e pianti. Canti i sogni decapitati e i cieli deserti e le favole inerti e il sangue fluente come rami di vene. Canti i ricordi e i tempi estivi e note stridule viaggiano con te su prati accesi dove corpi umidi e carni vive lacerano la morte. Canti e vedi amori e farfalle danzare e il tuo cuore geme e sei sola tra la gente, sepolta nel blues. MISTRETTA GIUSEPPE - RAVANUSA L' AFFINITÀ L'albero come l'uomo, nasce da un seme La terra come la donna, sono entrambi fertili. Il frutto come il bambino, entrambi sono nati per amore. Crescere,vivere e riprodursi, l'esistenza della vita. La vecchiaia: senza foglie e linfa l'albero, senza denti e con i malanni l'uomo, uno diventa legno e cenere da camino, l'altro cenere per l'eternità. MOCCIARO ANTONIO - CALASCIBETTA PENSARE DEI PENSIERI Quando si pensa c'è un pericolo perché, perché, perché? Chi lo sa! Nessuno sa, nessuno comprende le idee di un altro, quando si pensa si capisce che ciascuno di noi è così, così diverso come il mare e la terra, come la terra e il mare, come le stelle e le pietre, la diversità dei pensieri sono come i colori dell'arcobaleno, la riflessione della natura, perché, perché, perché in ciascuno di noi c'è un pensiero, c'è l'occhio che vede da un punto divista speciale, c'è un cervello che capisce il suo mondo, c'è un cuore che batte al suo livello, così, così si pensa con il pensiero, vengono lacrime, preoccupazioni, rabbia, delle domande, emozioni, sorrisi, memorie, ricordi, compassione, meraviglia, tormenti, celebrazione, gioia, così, così si pensa, così, così si capisce, così, così si nasconde, così, così si pensa, senza giuria, senza limiti e con molti, molti… ... pensieri... pensieri, il battito della vita... il battito dell'anima... il battito dei sentimenti. ...pensieri, pensieri!!! MONDIO ROSA - AUSTRALIA Acqua Dove scorri fiume mio segreto quali anfratti colmasti con il tuo zampillo di cane se sull'arida mia terra non piove da decenni Ma tu vai nutrito di acque furtive d'ineffabili vapori di foresta Ieri zampillavi alle polle in tortuosi sentieri densi di tritoni Trasudan le grotte di acque alcaline turbinando densi vapori d'origine Stilla la goccia scavando la roccia di uguali composti pregna di sali Ma tu scorri fiume mio sotterraneo scorri fra i nervi e le unghie scorri appena stritolato dai rovi Di quale segreto nutri le aride zolle con quale limo fecondi i miei campi la tua voce di tuono percuote le stanze deserte ritmando il silenzio col cupo rombo di un salto senz'ali giù dalle bianche falesie orlate di sale Ah! immobile nel volo sospesa chi sa il linguaggio arcaico dei tuoi sassi bianchi che battono alle porte scardinando difese di piccoli uomini di tribù sconosciute MORETTI CARLA - PRATO Una sera Sfiamma il sole questa sera e ignora algida gemma d'orizzonte il caldo annuvolato incedere di fiamma Le ammarate stelle in ignee penombre l'Erebo astrale spegne E evaporato in silenzi leva il mare al nadir d'irradianti sponde ogni suo sale MORPURGO ROBERTO - BULGAROGRASSO Daniela Vai è l'anelito al cielo che gonfia le tue ali, vorresti disegnare ogni nuvola per rifletterti in quegli specchi ma le tue ali sono deboli. Ad ogni slancio segue una ricaduta pesante un tonfo carnale che ti distoglie dalla ricerca d'eterno. Falena misteriosa dalle ali splendide ma fragili attaccata al mondo dal filo rosso del pensiero, hai bucato ogni rete di prodi cacciatori d'amore. Non sei nata per l'adagio per quanto ogni tonfo laceri il tuo animo ferino, sei nata per volare mille volte nel cielo e mille volte di nuovo cadere, incredibile come le falene consapevoli della loro fallacia continuino comunque a respirare il sole. MOSCATELLI ALESSANDRO - RIPE - AN EBBREZZA VISIONARIA Il tempo della nostalgia ha sciolto i suoi nodi intricati Tra me e il mondo a dividerci un filo dritto come il mio sguardo dalla finestra spalancata Accenno i passi di una danza che via via diviene un salto impavido Una corsa a scavezzacollo giù per la scarpata A valle il velluto verde dei campi Un papavero rosso Il solo Lo colgo Non ha odore Me lo invento Mi ricorda un non so che di sudore e fianchi di lingue rincorse, sovrapposte Mi stendo Il mondo è mio Solo mio per un attimo infinito Socchiudo le mie fessure Stringo le gambe per contenere un piacere primitivo Urlo Urlo a squarcia gola Il mondo è mio stasera Stendo le braccia Allungo le dita Sento il respiro della terra L'eco dell'inferno Volto il capo Ed è buio NASCA MARIALUISA - AGRIGENTO Creatura Divina Vorrei essere l'acqua che ti rinfresca ogni giorno il viso. Vorrei essere il sole che t'illumina e fa risplendere i tuoi morbidi e deliziosi capelli lunghi. Vorrei essere il mare che con la sua aria frizzante ti inebria l'anima di immensa libertà. Vorrei essere il vento che ti prende e ti porta via da questo mondo crudele. Vorrei essere la terra che per ogni tuo passo ti circonda di fiori e frutti deliziosi, perchè amore mio tu sei semplicemente la creatura segreta di Dio che solo pochissime persone hanno avuto il piacere e l'onore di conoscere! Vorrei un ultima cosa..... amarti per tutta la vita! NICOTRA BIAGIO - MESSINA Castrum Olibani (Castello di Olevano) Nascesti da longobarda pietra dimora sommitale del signore torri naturali di roccia tetra di legni saraceni avvisatore. Donò il Gisulfo l'antica cètra alla terrena chiesa il dovuto onore. Federico ti pose tra le gemme castro dei Teutonici in Gerusalemme. Presidiano edera e ginestre custodi di antiche mura sveve larghi acuti archi le finestre cornici di cielo dal sacro piève. Echi di borgo tra assolate lestre la lenta fine non ti parve greve. Ermanno e Manegoldo io canto Roderio de Rotunda, Ugone e Wilganto. Estinte cinte di gloriosa rocca regno di balestrucci e lacerte medita l'uomo se la storia tocca il vagar vano tra mète incerte. Fugace tempo come dardo scocca silente pietra tra malta inerte. Luminose gioie dei rovinisti nel veloce buio dei futuristi. NIGRO MICHELE - BATTIPAGLIA ALCUN RIMPIANTO Mi sovvengono alla mente rimembranze del tempo in cui giovinetta, danzavo a braccetto con la mia primavera. Il mio corpo … fresco e sinuoso, fasciato da sobri abitini, si moveva leggero. Sul mio viso, dai tratti gentili e delicati, dirompeva la freschezza di quegli anni. Era l'età de' corteggiamenti … ah, quanti cuori infranti di baldi e aitanti giovinotti da me respinti. Colori e profumi ritornano sorridenti, a solleticarmi il naso, de' luoghi a me cari. E poi ancora … il tuo fresco viso … il nostro amore di felicità intriso. Alcun rimpianto, di ciò ch'un tempo è stato, v'è nel mio cuor … soltanto tenerezza risale coi ricordi al cuore. E … seduta ch'or' sono dinanzi al camino, coi ferri per la lana in mano, a te volgo il mio sguardo e dolcemente sorrido: amore di quel tempo … amor che ancor amo. NITTI COMASIA - MASSAFRA "14" "Mi dispiace per quello che non ti ho detto per tutto questo tempo tagliuzzato come i ricordi dell'infanzia. L'anima separata in due non perde piu' gocce di vita, è solitaria nella solitudine, Il tuo viso che si piega sul petto le mani strette il petto che suona la tromba. Sei tutto quello che ero e ti ho perso e con te quello che sono. Una trave di marmo nei miei pensieri dove ormai hanno attecchito le cozze... Sei presente nel mio silenzio quando chiudo gli occhi e faccio finta di non essere banale, Sei nei miei polpastrelli doloranti dentro le canzoni d'amore moderne dove ti amo è diventato volgare. Ti amo come la camomilla alle quattro del mattino calda con la testa ancora sul cuscino del bambino irrequieto che ho dentro, che corre in pigiama di notte e scavalca i miei sogni e ti trova a spezzoni nell'anima, sola." NOVELLI FABIO - SAN BENEDETTO DEL TRONTO |
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