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I TESTI DIALETTALI

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OGGI

Ritmi lenti

Che profumano di gelsomino

Raggomitolata sul divano

Dove il silenzio

Che mi permette di assaporare

Il fruscio di te

Che volti le pagine del giornale

Mi sembra

Il suono avvolgente di un sax

Che all'improvviso

Sfiora solchi sulla mia pelle.

E so che ci sei


MACCHI MONICA - MILANO


7 SORELLE

C'erano una volta sette sorelle
sette
tutte diverse.
Una sentiva la voce del vento
un'altra la voce di Dio
una si vestiva di nebbia
un'altra di luce abbagliante
una mangiava gesso e creta
un'altra miele.
C'erano una volta sette sorelle.
Ognuna aveva la sua canzone.

La prima cantò con gli occhi bassi
e fu travolta dalla tempesta
invano la sua voce
si diffondeva tenue
in quel clamore.
La sua canzone
si perse nel vento.
Quando tacque
si udì un inquietante silenzio
nessuno più udì il suo canto.

La seconda cantò più forte
sicura della sua forza.
Quando fu travolta dalla tempesta
la sua voce si alzò in un lamento
e divenne leggera
come un raggio di luna.
Quando venne la bonaccia
la sua canzone fu
un suono meraviglioso
nuovo come il primo mattino
forte come mai era stata.
A tutti donò il suo canto.

La terza non sapeva cantare
ma aveva la magìa nelle mani
divenne fata e folletto
e muoveva le cose intorno
ridendo con suoni argentati.
Forse la tempesta ebbe paura
della sua magìa
forse la sua canzone fu
troppo debole
o troppo forte.
La vita cantò per lei
e lei fu canto della vita.

La quarta aveva molta paura
ma possedeva il canto dell'usignolo
aveva i suoni più dolci e più puri
e tesseva con pazienza la sua melodia.
La tempesta la scosse appena
l'uragano la sfiorò senza spezzarla
il suo canto leggero
non si fermò mai.

La quinta si fece un vestito da regina
la sua voce era suadente
forte e intonata
calda e vibrante.
La tempesta non la piegò
la sua canzone arrivò alle stelle.

La sesta cavalcava l'uragano
e si vestiva con l'arcobaleno
non volle cantare una sola canzone.
Quando arrivò la tempesta
quando il vento scosse la polvere
e la terra gemeva e tremava
tenne una sola nota
e ricamò su di questa la sua canzone
tenace
forte e strana
sole di mezzanotte.

La settima aveva la voce per cantare
temeva il vento e l'uragano.
La sua canzone si alzò a lungo
sottile e limpida
come una sorgente.
Quando la tempesta le tolse l'acqua
non ebbe più forza per cantare.
Ma ogni tanto,
quando la luna splendeva
e il narciso fioriva
la sua canzone si alzava sorpresa
per seguire una strada non conclusa
fra il vento impetuoso
e gli scrosci di pioggia.

C'erano una volta sette sorelle
tutte diverse.
Ognuna cantò la sua canzone
e fortunato per sempre fu
chi si fermò ad ascoltarla.


MADDALENA MACIDI GABRIELLA - MALO - VI



Il fiore e l'erba

Dedicata al ragazzo disabile picchiato in classe, filmato e deriso dai compagni.
(Torino, novembre 2006.)

Quale triste sorte per un bocciolo
un piccolo e tenero fiore, più indifeso
cinto da erba maligna:
un'ortica dalle innaturali spine.

Il male più grande di tali incompiuti vegetali
è nell'indifferenza che li nutre
e che, come perfetti girasoli
gli volta il viso verso ciò che conviene
ne ruota lo sguardo da ciò che compie.

La grata terra nutre fiori ed erbacce
allo stesso modo, come feconda madre
ma non riceve eguale riconoscenza.
E per una volta è solcata da infertilità
bagnata da lacrime e sangue del fiore più bello.

Possano, quei petali crudelmente scesi
sancire la fine dell'autunno del cuore
e generare semi di un'imperiosa primavera
per un'unica distesa di steli, profumi e colori.

MANAGO' MARCO - ROMA


L'AMORE SI VERSA

Assieme ai ghirigori del pensiero
si affiancano figure
stravaganti e inosservate
che passano di sfondo nella vista
fatta a imbuto: miraggio
nell'aria tremolina.

Nasce limpido il concetto
del tuo mondo,
poi rifletti all'umana povertà
e leggi nell'azzurro in filigrana
che l'amore si versa,
nel tempo che ti è dato,
non si acquista.

MARTELLI DEMO - SAN LOREMZO M.


FRAGOR DI ...VINO!

Schiocca, galoppa e s'avviluppa,
s'accavalla su se stessa quasi a mangiarsi
tanto il baluginar recondito dei gusti,
guizzando intraprendente come un'acciuga pazza,
le papille sue estasiate frizza e scompiglia…

Soffice carezza che fa in bocca,
ed anche in testa,
di bollicine matte dolce-sottil ebbrezza
s'agitano così tanto, poverine,
sol per fare capire
a quelli che ancora non sanno
che il succo dove sguazzano, oh magica bevanda,
amore e sogni sparge come bolle di sapone,
fuggevoli scintille di topazio e di rubino,
sfumando
in sottofondo
con un dolce fragor di … vino!

MARZANO ROBERTO - CHIAVARI


LE DISTANZE

che cosa non farei
per scoprire una strada
che mi porti
fino a una bella come te
e tu dici
dove posso trovare
uno che voglia sposarmi
non c'e

come sono vicine
queste nostre distanze

noi due siamo proprio
come su due lati d'un vetro
due gocce d'acqua
così vicine
e così lontane
ma non ci fonderemo mai
in una sola goccia
che al sole di primavera risplenda

finchè qualcuno che tutto capisce
non romperà il vetro

MATANOVIC FRANJO - TRIESTE


Un Vecchio Libro

Tra le pagine di un libro di scuola
Un po' vecchie e dal tempo ingiallite
Mi ritrovo davanti per caso
Una piccola rosa appassita
Sento ancora il suo dolce profumo
Mi trasporta ad un tempo lontano
Son seduta su un banco di un'aula
Prima B di una piccola scuola...
Dei compagni ancor sento il vocio
Anche se qualche volto mi sfugge
Siamo giovani con nel cuor tanti sogni
Di avventure e di un lieto domani.....
Ci siam sparsi col passare degli anni
Emigrati in paesi lontani
Di quei giorni ormai solo i ricordi
Tra le pagine dei vecchi libri..........

MAZZARELLA MARIA TERESA - MELBOURNE



In fondo al cuore

Ho stretto le catene del cuore
Con un nastro
Dorato per conservare
Ciò che di più bello mi è rimasto.

Dentro al cuore ho messo
Un cofanetto prezioso
Che conservi fino a quando potrà
L'essenza di noi.

Ho appena visto sul cuore
Una cicatrice che sanguina
A ricordarmi che non sono
Sempre rose.

Ho guardato il mio cuore
E non ho avuto rimorsi:
non basteranno i ricordi,
le lacrime e i pensieri
a cambiare che,
in fondo al cuore,
per sempre tu.

MAZZARIOL ELISA - ORMELLE


ECCO PERCHÈ PIANGO

Parlerò della mia patologia potente,
Che mi promette la prigione dorata,
Che mi propone la morte pregustata.
Presto sparirò senza prenotazione.

Non ho padronanza. Sarà la prepotenza della piaga
Che mi spingerà nel pozzo infinito, a pezzi.
Sarò un pezzente puzzolente senza pensieri,
Un pagliaccio patetico in porcellana.

Mentre piovono piagnistei che pigolo
Mentre il prete di pietra, poeta.
E paro perplessa, mi picchiano ;
E sparano, paro penata.

Ma peggiore : palpiti pallidi pazientano…
Mi paleso pazza, impotente in questa parapiglia.
Il pendemonio mi perfora e mi pedina,
E senza pietà, mi si pittura una previdenza : ecco perché piango.

MERCIER MORGANE - PARIGI



E continuo a scrivere

E continuo a scrivere…
che le cose hanno una memoria
racchiudono delle storie
o frammenti di esse

una conchiglia può contenere il mare
e una stella alpina una intera montagna
il tuo sorriso in una fotografia l'infinito
e questa fede al dito l'amore

Dove sei…
potrei cercarti tra i diseredati
urlare al vento il tuo nome in un giorno di tempesta
nei vicoli di notte dentro le ombre oscure
tra i cigolii sinistri di vie deserte
nei rigagnoli della solitudine

E invece ti cerco tra le cose
tra le scie di te
in quel maglione che ora porto e accarezzo
sento il tuo odore che ritrovo tra la folla
quando mi volto di scatto a cercarti per incrociare il tuo sguardo
…ed il mio cade nel vuoto
precipita
senza trovarti.

MINGIONE SALVATORE - ROMA



ASCOLTA IL MIO SILENZIO

Ascolta il mio silenzio
quando non avrò più pensieri
per
esprimermi,
quando sui fogli la mia mano
stanca e sudata si fermerà.
Segui il sentiero dove le mie parole
passo dopo passo ti sono state
accanto,
e non cercare di corrermi incontro
per fermare il dolore!
Continua per la tua strada,
io continuerò per la mia.
Saprò
raggiungerti
se mi raggiungerà il sorriso,
se quella lacrima,
che
adesso mi divora,
saprò sconfiggerla.
Ascolta il mio silenzio,
in
quelle notti insonni
quando il tuo respiro si fermerà
per qualche
attimo a pensarmi,
quando nel ricordare
ti sentirai bruciare gli
occhi...
e in fondo al cuore
avvertirai la mia presenza dentro te.
Tu
non voltarti indietro,
lascia che sia lo spazio
tra la pioggia e il
vento
a scrivere di noi, del nostro tempo.
Per ora ascolta il mio
silenzio,
ascoltalo se puoi...
io da quest'aria ,
lontana dalla tua,
ti sentirò!


MINNITI RITA - CAVA DEI TIRRENI


Cento gocce d' acqua

Cento gocce d' acqua giù dal cielo scendono
filtrando nelle zolle si riuniscono a sorelle
poi scorrono, saltano, nel mare si disperdono

Cento gocce dal sole si lasciano condizionare
si riducono in vapore, condensano
vagano lontano, riprende il ciclo a funzionare

Perpetuo è il moto, così funziona il mondo
se l' uom non s' intromette
segnata è già la sorte dell' eterno girotondo

Una sola, candida e ostinata goccia
devia la sua corsa, scansa la pianura
plana in alto, atterra su una roccia

Si ribella alla natura, sgusciando circospetta
finisce in un torrente, segue la corrente
arriva alla fonte, a saltar viene costretta

Non atterra nel terreno e neppure sulla roccia
La corsa è già finita, si ritrova in un condotto
E' buio pesto. Poveretta, questa goccia!

Analizzata, imbottigliata
la nuova identità è ormai nota,
sull' etichetta stampigliata

Viaggi, soste, sempre all'addiaccio
l' aria è letale, basso il morale
alla fine trova tregua in uno spaccio

Sullo scaffale la goccia è sconsolata
poi la bottiglia plana in un carrello
tra lattine, grana, pane e l' insalata

Giorni a patir in una misera dispensa
poi finalmente il tappo viene tolto
tenta il colpo: vuol diventar condensa

Disperato il destino della poveretta
il mar non è la meta della rotta
ma il ventre di un' umile vecchietta

Si ritrova in una bolgia infernale
a combatter in singolar tenzone
succhi gastrici e flora intestinale

Infine vede la luce, l' orifizio si avvicina
accelera, annaspa, alla fine ci riesce
poi finalmente fuoriesce, guidata dall' urina

Precipitando annusa: è fresco! sembra un sogno
l' aria pura ricorda il candore delle montagne
Dura poco la speranza; presto si ritrova nella fogna

Paziente indugia, imputridita nel letame
brama la scadenza della tragica esperienza
aspirata, spinta e risucchiata dal liquame

Il viaggio è periglioso, non riesce ad avanzare
scorie ammucchiate ostruiscono le grate
dall' aere è minacciata, da fameliche zanzare

Non s' arrende, ma di più non sa che fare
quando pare rassegnata, la tenacia vien premiata
e si tuffa esausta nel suo agognato mare

Riacquista la speranza, un po' di esuberanza
interroga il suo cuor, giammai sbagliare ancor
riesamina il passato per capire la mancanza

Arrendersi al destino, rassegnarsi è bello?
Oppur sfidare la sorte, a costo della morte
rischiando di finire in un lurido budello?

Provateci un po' voi, se amate il madrigale
a completar di getto questo stupido sonetto
conferendogli, rimata, una semplice morale

MIRRA GIANNI - SAN GIORGIO A CREMANO


Sepolta nel blues
A Janis Joplin

Canti ed ancora canti
amori incanti istanti
e venti nei campi.
La tua voce è ritaglio,
ventaglio di tempo,
luce di ieri,
rabbia nera e pianti.
Canti i sogni decapitati
e i cieli deserti
e le favole inerti
e il sangue fluente
come rami di vene.
Canti i ricordi
e i tempi estivi
e note stridule
viaggiano con te
su prati accesi
dove corpi umidi
e carni vive
lacerano la morte.
Canti e vedi amori
e farfalle danzare
e il tuo cuore geme
e sei sola tra la gente,
sepolta nel blues.

MISTRETTA GIUSEPPE - RAVANUSA


L' AFFINITÀ

L'albero come l'uomo,
nasce da un seme
La terra come la donna,
sono entrambi fertili.
Il frutto come il bambino,
entrambi sono nati per amore.
Crescere,vivere e riprodursi,
l'esistenza della vita.
La vecchiaia:
senza foglie e linfa l'albero,
senza denti e con i malanni l'uomo,
uno diventa legno e cenere da camino,
l'altro cenere per l'eternità.

MOCCIARO ANTONIO - CALASCIBETTA


PENSARE DEI PENSIERI
 
Quando si pensa c'è un pericolo
perché, perché, perché?
Chi lo sa!
Nessuno sa,
nessuno comprende
le idee di un altro,
quando si pensa si capisce
che ciascuno di noi è così,
così diverso
come il mare e la terra,
come la terra e il mare,
come le stelle e le pietre,
la diversità dei pensieri sono
come i colori dell'arcobaleno,
la riflessione della natura,
perché, perché,
perché in ciascuno di noi
c'è un pensiero,
c'è l'occhio che vede
da un punto divista speciale,
c'è un cervello
che capisce il suo mondo,
c'è un cuore che batte al suo livello,
così, così si pensa con il pensiero,
vengono lacrime, preoccupazioni,
rabbia, delle domande, emozioni,
sorrisi, memorie, ricordi,
compassione, meraviglia, tormenti,
celebrazione, gioia,
così, così si pensa,
così, così si capisce,
così, così si nasconde,
così, così si pensa,
senza giuria,
senza limiti
e con molti, molti…
... pensieri...
pensieri, il battito della vita...
il battito dell'anima...
il battito dei sentimenti.
...pensieri, pensieri!!!

MONDIO ROSA - AUSTRALIA


Acqua

Dove scorri
fiume mio segreto
quali anfratti colmasti
con il tuo zampillo di cane
se sull'arida mia terra
non piove da decenni

Ma tu vai
nutrito di acque furtive
d'ineffabili vapori
di foresta
Ieri zampillavi
alle polle
in tortuosi sentieri
densi di tritoni

Trasudan le grotte
di acque alcaline
turbinando densi
vapori d'origine

Stilla la goccia
scavando la roccia
di uguali composti
pregna di sali

Ma tu scorri
fiume mio sotterraneo
scorri fra i nervi
e le unghie
scorri appena
stritolato dai rovi

Di quale segreto
nutri le aride zolle
con quale limo
fecondi i miei campi

la tua voce di tuono
percuote le stanze deserte
ritmando il silenzio
col cupo rombo
di un salto senz'ali
giù dalle bianche falesie
orlate di sale

Ah! immobile
nel volo sospesa
chi sa il linguaggio arcaico
dei tuoi sassi bianchi
che battono alle porte
scardinando difese
di piccoli uomini
di tribù sconosciute

MORETTI CARLA - PRATO


Una sera

Sfiamma il sole questa sera
e ignora

algida gemma

d'orizzonte il caldo annuvolato
incedere

di fiamma

Le ammarate stelle
in ignee
penombre l'Erebo
astrale spegne

E evaporato in silenzi
leva il mare
al nadir d'irradianti
sponde ogni
suo sale

MORPURGO ROBERTO - BULGAROGRASSO


Daniela

Vai
è l'anelito al cielo
che gonfia le tue ali,
vorresti disegnare ogni nuvola
per rifletterti in quegli specchi
ma le tue ali sono deboli.
Ad ogni slancio segue
una ricaduta pesante
un tonfo carnale
che ti distoglie
dalla ricerca d'eterno.
Falena misteriosa
dalle ali splendide ma fragili
attaccata al mondo
dal filo rosso del pensiero,
hai bucato ogni rete
di prodi cacciatori d'amore.
Non sei nata per l'adagio
per quanto ogni tonfo
laceri il tuo animo ferino,
sei nata per volare
mille volte nel cielo
e mille volte di nuovo cadere,
incredibile come le falene
consapevoli della loro fallacia
continuino comunque
a respirare il sole.

MOSCATELLI ALESSANDRO - RIPE - AN


EBBREZZA VISIONARIA

Il tempo della nostalgia ha sciolto i suoi nodi intricati
Tra me e il mondo a dividerci un filo dritto
come il mio sguardo dalla finestra spalancata
Accenno i passi di una danza che via via diviene un salto impavido
Una corsa a scavezzacollo giù per la scarpata
A valle
il velluto verde dei campi
Un papavero rosso
Il solo
Lo colgo
Non ha odore
Me lo invento
Mi ricorda un non so che di sudore e fianchi
di lingue rincorse, sovrapposte
Mi stendo
Il mondo è mio
Solo mio per un attimo infinito
Socchiudo le mie fessure
Stringo le gambe per contenere un piacere primitivo
Urlo
Urlo a squarcia gola
Il mondo è mio stasera
Stendo le braccia
Allungo le dita
Sento il respiro della terra
L'eco dell'inferno
Volto il capo
Ed è buio

NASCA MARIALUISA - AGRIGENTO


Creatura Divina

Vorrei essere l'acqua che
ti rinfresca ogni giorno il viso.
Vorrei essere il sole
che t'illumina e fa risplendere i tuoi
morbidi e deliziosi capelli lunghi.
Vorrei essere il mare
che con la sua aria frizzante ti
inebria l'anima di immensa libertà.
Vorrei essere il vento
che ti prende e ti porta via da questo mondo crudele.
Vorrei essere la terra
che per ogni tuo passo ti circonda di fiori e frutti deliziosi,
perchè amore mio tu sei semplicemente
la creatura segreta di Dio che solo
pochissime persone hanno avuto
il piacere e l'onore di conoscere!
Vorrei un ultima cosa.....

amarti per tutta la vita!

NICOTRA BIAGIO - MESSINA


Castrum Olibani

(Castello di Olevano)

Nascesti da longobarda pietra
dimora sommitale del signore
torri naturali di roccia tetra
di legni saraceni avvisatore.
Donò il Gisulfo l'antica cètra
alla terrena chiesa il dovuto onore.
Federico ti pose tra le gemme
castro dei Teutonici in Gerusalemme.

Presidiano edera e ginestre
custodi di antiche mura sveve
larghi acuti archi le finestre
cornici di cielo dal sacro piève.
Echi di borgo tra assolate lestre
la lenta fine non ti parve greve.
Ermanno e Manegoldo io canto
Roderio de Rotunda, Ugone e Wilganto.

Estinte cinte di gloriosa rocca
regno di balestrucci e lacerte
medita l'uomo se la storia tocca
il vagar vano tra mète incerte.
Fugace tempo come dardo scocca
silente pietra tra malta inerte.
Luminose gioie dei rovinisti
nel veloce buio dei futuristi.

NIGRO MICHELE - BATTIPAGLIA


ALCUN RIMPIANTO

Mi sovvengono alla mente
rimembranze
del tempo in cui giovinetta,
danzavo
a braccetto
con la mia primavera.
Il mio corpo …
fresco e sinuoso,
fasciato da sobri abitini,
si moveva leggero.
Sul mio viso,
dai tratti gentili e delicati,
dirompeva la freschezza
di quegli anni.
Era l'età de' corteggiamenti …
ah, quanti cuori infranti
di baldi e aitanti
giovinotti
da me respinti.
Colori e profumi
ritornano sorridenti,
a solleticarmi il naso,
de' luoghi a me cari.
E poi ancora …
il tuo fresco viso …
il nostro amore
di felicità intriso.
Alcun rimpianto,
di ciò ch'un tempo
è stato,
v'è nel mio cuor …
soltanto tenerezza
risale coi ricordi
al cuore.
E … seduta ch'or' sono
dinanzi al camino,
coi ferri per la lana
in mano,
a te volgo il mio sguardo
e dolcemente sorrido:
amore di quel tempo …
amor che ancor amo.

NITTI COMASIA - MASSAFRA


"14"

"Mi dispiace per quello che non ti ho detto
per tutto questo tempo tagliuzzato come i ricordi dell'infanzia.

L'anima separata in due non perde piu' gocce di vita,
è solitaria nella solitudine,

Il tuo viso che si piega sul petto
le mani strette
il petto che suona la tromba.

Sei tutto quello che ero
e ti ho perso e con te quello che sono.

Una trave di marmo nei miei pensieri
dove ormai hanno attecchito le cozze...

Sei presente nel mio silenzio
quando chiudo gli occhi e faccio finta di non essere banale,

Sei nei miei polpastrelli doloranti
dentro le canzoni d'amore moderne dove ti amo è diventato volgare.

Ti amo come la camomilla alle quattro del mattino
calda con la testa ancora sul cuscino
del bambino irrequieto che ho dentro,
che corre in pigiama di notte
e scavalca i miei sogni e ti trova
a spezzoni nell'anima, sola."

NOVELLI FABIO - SAN BENEDETTO DEL TRONTO









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9 Agosto 2006
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