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Una poesia da scegliere in anonimo, finalmente. Utopia?
di Annamaria Ferramosca

L’idea della necessità di una poesia anonima mi è venuta leggendo un’intervista al poeta sardo Alberto Masala.
Raccontava di certa poesia popolare sarda legata ad antichissime usanze, dove l’oralità e la memorizzazione dei testi
ascoltati ne permettevano la trasmissione lungo generazioni. Rimanevano i testi migliori, imparati a memoria, magari
anche trasformati di bocca in bocca, e nessuno ricordava più il nome degli autori. Si creavano così “poemi” anonimi, su
temi ovviamente popolari e sentiti, un po’ come è successo al pluritesto omerico, frutto di molti cantori-aedi succedutisi
nel tempo.
Da qui il mio convincimento che noi poeti siamo solo trasportatori di parole-senso e se qualche senso rimarrà degno
d’essere trasmesso, di sicuro nel tempo non importerà tanto l’autore, quanto solo lo spessore e la bellezza condivisa
della parola. Da qui la grande lezione di umiltà e di superamento dell’ego che scrive, che deriverebbe dall’anonimato in
poesia, perchè un canto condiviso si fa naturalmente universale, non ha bisogno di autoreferenzialità. La parola poetica
infatti, quella capace di resistere al tempo, si distacca dall’autore come entità autonoma, diviene logos-luogo
profondamente umano cui non serve alcun supporto di correlazione biografica, sebbene possa esserci curiosità da parte
del lettore.
Con una poesia in anonimo cadrebbero tutte le velleità autoreferenziali, le pubblicazioni di favore e a pagamento, si
ridimensionerebbe il potere editoriale che in poesia ormai pubblica a ruota libera rinunciando alla qualità o nel migliore
dei casi pubblica poco e quasi sempre coprendo le spese con il contributo dell’autore. Situazione, questa, ormai
abbastanza nota anche al lettore sprovveduto, che resta disorientato di fronte alla mole di poesia pubblicata senza alcuna
garanzia di qualità e spesso rinunzia all’acquisto di libri di poesia o si rivolge ai soliti classici. Ma oggi con le
possibilità enormi di comunicazione e di coinvolgimento in rete, potrebbe essere possibile almeno tentare una soluzione
diversa.
E se chi scrive poesia, noto o anche esordiente, è sicuro della propria scrittura, dovrebbe sentire la necessità di misurarsi
con gli altri scriventi e confrontarsi con un largo pubblico, costituito in gran parte proprio da coloro cui la poesia
vorrebbe essere rivolta.
Il progetto di massima, ma modificabile ulteriormente nei dettagli da chiunque, sito letterario o casa editrice o critico o
semplicemente lettore appassionato, purchè onestamente interessato, procederebbe in tre fasi:
1^fase Concorso
concorso rivolto a tutti gli autori di poesia interessati, da pubblicizzare(a costo zero) in rete, nelle università,
biblioteche, scuole, librerie, associazioni culturali, etc.
L’organizzazione del concorso è assunta da una consociazione di siti letterari di poesia e case editrici interessate a
pubblicare poi su carta gli autori selezionati.
2^fase Selezione
la selezione dovrebbe avvenire on line per voto unico (tipo sondaggio) su gruppi di testi anonimi, inviati in anonimo
dagli autori, che saranno visibili in rete per un congruo periodo di tempo. Prima del voto i lettori sottoscrivono
l’ordinazione del libro che verrà poi pubblicato, contenente i testi degli autori che avranno avuto il maggior numero di
voti, superando una percentuale minima prestabilita. L’operazione avrà seguito soltanto se si sarà raggiunto un adeguato
n.ro di votanti.
3^fase Pubblicazione su carta e distribuzione
L’ operazione è a costo zero per ogni autore ed economicamente vantaggiosa per le case editrici, coperte nei costi dalle
sottoscrizioni di acquisto dei lettori votanti.
L’idea può essere copiata, ampliata, ridotta, modificata. Purchè resti la condizione di una selezione realizzata in
anonimo con voto pubblico.
19 aprile 2009                                                                          Annamaria Ferramosca


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9 Agosto 2006
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