Circolo Culturale il Gattopardo

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POESIE

Carmen Di Lorenzo





Sotto l'ombra della mimosa


Luna solitaria che dietro alle grate

del cielo stellato lacrima mimose
sulla testa di sorella Oriente, allattata
dalla stessa mia madre, ascolta
la furia del vento che scuote le foglie,
quando va cullare l'umiltà
che le fu imposta, osserva la pece
degli occhi suoi belli, l'ira vagabonda
che freme su labbra di parole assenti,
muta era nata ma muta non deve restare
il suo canto, forse non sa del mondo
libero da grate e dei nostri cori biondi

solo di notte l'è permesso di ridere forte
e nuda a ballare al cieco mostrando
ferite del seno
non le apparengono le urla
perché fu il profumo del frutto acerbo
a generare in silenzio il privilegiato uomo

luna, porta mia sorella sotto
l'ombra della stessa mimosa
perché possiamo mescolare
le nostre bellezze in una sola







All'ombra delle ciglia di un'alba

Ho scorto l'alba
quando stende le ciglia sui sogni,
dalle sue fessure ho spiato la vita.
Non era la mia.

C'era una donna
con il sole tra i capelli
che pettinava le ore
e un fabbro modellava il tempo
piegando i suoi nodi.

Sul tavolo un lume
e due scodelle
piene di ortiche e di fiori.






GLI INCOMPIUTI

Ricordo
il nostro svelto andare
tra nuvola e fango,
fino ad arrivare
all'incompiuto.

Poco importa
se non portammo a termine
l'affare.

A chi rimase
un ricordo,
forse pure due.





AQUILONI (amori n.3)

Vengono e vanno, poi ritornano,
qualche volta si fermano
e quando si fermano diventano aquiloni
hanno tante forme e colori
spaziano, giocano, ridono
certe volte stanno zitti
e noi siamo contenti perché non siamo soli
loro – gli amori – hanno braccia enormi
e dentro a quella enormità ci sentiamo sicuri,
amati, belli e buoni. Importantissimi.

A volte, sono dei rifugi
stanno in cima a certe altezze in alto
dove ci riparano dal basso e diventiamo fuoco
bruciamo il tempo e le stagioni
e in mezzo a tutto quest'orgasmo sulla mente
ci nasce un fiore, forse è una rosa oppure
un'orchidea
i petali vibrano e le corolle tremano
pare un terremoto
poi cadono nel vortice dell'essenza
e noi conosciamo il cielo.







SKUGGAN


Jag vandrade i det gröna
(när jag var barn)
sen växte jag upp som en gran
mina grenar blev så långa
de nådde min egen skugga.

Traduzione dalla lingua Svedese

L'OMBRA

Peregrinavo nel verde
(quand'ero piccola)
e crebbi come un abete
i miei rami
divennero così lunghi
da raggiungere
la mia stessa ombra.






Del mio compleanno dimenticato


Il cantico antico ci porterà ad approdare
sull'isola di una sillaba fiorita
là, raccoglieremo a mani piene
l'emozione del passero solitario
e nel gesto addobbato a Poesia stenderemo
desideri sulla neve accesa
il candido tuo sorriso andrà ad illuminare
il sogno di una vita tutta intera
poserò poi il mio primo bacio
sui tuoi morbidi capelli bianchi,
e non fa nulla se hai dimenticato
il giorno del mio compleanno,
perché so che smarristi il tempo
nel tuo peregrinare stanco.






Oltremare

Questo mare di generose onde

ha occhi che riscaldano
oltre il pelo dell'acqua bionda
perché le sue maree travolgono
dell'indifferenza l'orma
non piace al mare
l'invasione della terra
e come mulini ciechi
egli tormenta il vento
stende e ritrae l'onda
plasmando di burro l'orizzonte.







VENTRE DI DONNA


Battezzerai il lutto
santificando il dolore
da esso nascerà
carne nuova

poserai sulla spiga
le tue morbide labbra
assorbendone il sapore
e l'ultima goccia
del sangue versato
sarà sacrificata
nella zolla generosa
del tuo cuore

ma ai nuovi sapori
sii argine di fiume
potrai meglio giudicare
a distanza
ciò che il tuo ventre
avrà offerto al mondo.






Amo la tua notte


Amo la tela
che nessun pittore
ha mai rappresentato
mani senza addobbi
colme di vaghezze
primavere e indugi
mai rese

amo il mistero
che ti lega la caviglia
e rende più audace
le nostre differenze
quell'osare e non osare
tra pieghe e catene

scoprire a poco a poco
il lento tuo sfogliarmi
di pagine mai lette
e rughe sopra il foglio

ti porto nel mio grembo
per rinascere insieme
nei tempi e nei luoghi
come volevamo

amo le celle tue segrete
l'oscurità delle tue notti
gli incontri fugaci
di falco e di colomba
il silenzio che rimane
e mi travolge.






DI FARFALLA

Non di morte parlerò
ma del lieve sospiro
la leggerezza del timido
canto gaudio di farfalla

essa ha sfiorato le rocce
della rossa scogliera acuta
passate scorie sotterrate
al sole ora è riemersa

il silenzioso volo
m'inonda di luce migliore
sopra il faro c'è la luna

lascio al remoto
il rauco movimento dei bruchi
un dì anch'essi sapranno volare
oltre gli affanni.






BAMBINI (Inferno e Paradiso)

Ho scorto negli occhi dei bambini
un disegno delicato di zucchero filato
a labbra dischiuse
e il candido stupore delle albe sulle fronti
l'effimero volo di un piccolo usignolo
risate rumorose, e fulgori di fragola

poi i bimbi son cresciuti
abbandonando il Paradiso
come piuma sul cemento

ho scorto da un angolo remoto
pupille incandescenti e il disegno rimarcato
di zucchero spinato su labbra incollate
l'innocenza divorata dal demonio

privati dall'infanzia e plasmati da soldati
bambini senza volto.






Sulla tua pietra, poggio una rosa e la luna


Mi manca la benedizione della vita

dacché passò la morte a maledirla

il cielo rovesciò tutti i sogni

caddero come piombo

mi manca la sottana di lana

e il suo atavico calore

l'allegria variopinta del grembiule

l'appetito e la nostra comunione

mi mancano le risate spensierate dei figli

lo stupore della bellezza

il viaggio e la sorpresa

del porto ritrovato

la tua parola a me sì cara

il consiglio l'amico

il padre la madre il fratello

l'amore e il pacco dono

mi mancano lacrime e dolore

la fiamma

e una patria, i suoi valori

soppressi dalla sopraffazione

la dolce carezza dell'erba

e il bacio di un fiore

mi mancano tutte quelle cose

di cui si lamentano gli altri

la noia il rifacimento la fretta

le discussione e poi la pace

perché sono senza tempo

perché vivo nella consapevole incertezza

perché ho smesso di correre

perché ho cucito la mia bocca

mi mancano il calore di un letto

i nostri gioiosi giochi innocenti

l'amore sparso al vento

e tutti i quattro continenti

e gli oceani

che leggevo nei tuoi occhi.

Sulla pietra una rosa rossa,

poggio la luna

che di nostalgia trasuda.

Io ti parlo, tu sorridi,

il cuore si gonfia.






All'osteria del porto

Quando la luna galleggia sulla schiuma del cielo
all'osteria si consumano scorie e pause
e accantonando travagli e pensieri
la bruna cameriera porta allegria nelle pietanze
straripano risate di marinai e braccianti ubriachi
e al dondolio delle onde sonnecchia il papero
accanto alle barche

ma all'avanzare del sussurro dell'alba
l'osteria si chiude nel silenzio
tornano a casa tutti, anche la cameriera
che prima di addormentarsi
sparge sul cuscino sogni come alghe.






Breve è l'onda

Poserò gli affanni sulla riva
e m'inoltrerò nelle dune
lasciando l'aroma dell'esistenza
sul cespuglio del tempo
mi bagnerò poi
della rugiada dei tuoi occhi
perché l'essenza è l'onda breve
che respiro.






Inchiostro d'amore


Stelle coltivate ardono

sulla latitudine silenziosa del cuore

dove s'intreccia l'essenza dell'ape al suo fiore

è di miele la resina che cola

sul nostro camminarci accanto

e che fa eterno il moto ondoso dell'anima

attraccata al suo molo.

Stanotte la luna ha intinto il suo dito

nel liquido inchiostro d'amore.







Metamorfosi

Rimaneva solo il foglio
dove bruciavano le accuse
l'uomo che viveva nella strada
aveva combattuto
non era stato un eroe
e nemmeno un Golia
era stato solo un uomo

lo presero per pazzo
perché viveva in quello stato
perché mostrava fallimento
perché qualcosa si ruppe dentro

ma l'uomo che era nato uomo
ebbe infine il suo onore
di morire da farfalla.






Nessuno muore invano

Voga il tempo verso le rive di cobalto
a fendere sciabordii della storia
rigurgita l'onda restituendo la perduta orma
perché il cammino potesse proseguire

i semi andavano raccolti ed io
li ho raccolti dal rigoglio di madre terra
tua madre tua terra, la tua madre storia

morte tace, vita canta
il coro di bambini mi giunge a cancellare
voci dell'angustia e a conservare del dolore
la tiepida carezza che azzurra s'avvicina
da lontani orizzonti

quanta ricchezza mi ha lasciato l'orma
rendendo il cammino ad altre orme
orma nell'orma onda nell'onda
storie rese ad altre storie

e dalla tua serena tomba l'amore
nella stirpe riaffiora.

**********
Dedicata a Roberto, a Monika, a Marianna e ad Eleonora con amore.





3^ Classificata Premio di Poesia Circolo Empedocleo - 2004



L'ATTESA DELLE LAMPARE

Frange il silenzio su scogli
dove solitudine è calcolo
d'infinta misura

e la rena
il ritorno delle onde
attende
a divorare orme

luna
eterna sentinella al molo
ascolta lo sciabordio dei pensieri
che sbattono contro la battigia
dell'inquietudine

che la vergine
la sua conchiglia abbraccia
e l'attesa
galleggia sull'acqua

riaffiorano dall'orizzonte
le luci delle lampare

ma nessuno pare udire
l'agonia muta
del carico.







L’ansa del sapere

Se fossi marinaio e poeta
potrei navigare sul senso delle cose
aprire la parola come un frutto
cancellare i livori dalla terra
illuminandola a spicchi

potrei – oh sì che potrei - cantare
la vastità di ciò che è dentro

invece sono un granello di sabbia
mi pososui muri di olivi e di ortiche
lo sguardo a bussare sull'innocua apparenza
dei cavalli di Troia

se fossi il vento senza residenza
un chicco di grano che esplode
il fiume che parte dalle viscere della terra
e va verso la cresta del cielo
raggiungerei il delta del sapere
per tornare a nascere ruscello
in mezzo agli occhi
di una roccia indifferente.







Madame

Nei riflessi azzurri del desiderio
stende sulle rose ardenti l'anima sua
perché possa assaporare il profumo suadente della sera

sarà di seta l'ombra imminente
di un cantico antico come il mondo
ella ha imparato la lezione bene
è stata brava
sarà premiata e riconoscente

ha fatto come le era stato detto
ha scritto una poesia dietro l'altra fecondando
l'ossessione nei solchi
perché potesse germogliare qualcosa di buono

ogni parola era frutto immaturo
gocce di primavere a illuminare bordi
da cogliere ancora o colti troppo in fretta
da addentare, certamente

le orme dell'anima sono trasparenti
e lei le ha negli occhi quelle impronte
le conta una ad una fino ad arrivare
all'estate e alle ginocchia nude

scorre sul filo di un capello la fragile essenza
l'equilibrio tra ragione e sentimento si scontra
al vortice di dissonanze nel piacere poi dissolte

non è un arcobaleno ma chiazza indefinita
questa vita di qualcosa che s'inalbera e poi si schianta
come l'onda di spiaggia affamata
che lei ha dominato innalzando le bandiere
ne ha due, una bianca e una nera

al riflesso del desiderio madame sorride
e prosegue
ingoiando il suo poema si augura
che non sia troppo lunga o troppo corta.







MIA MADRE, LA VERA GUIDA

E' un albero con rami genuflessi al tempo
mela rossa
mani calde

aria
acqua
fuoco

mia madre è un cavallo bizzarro
che nessuno ha saputo domare
e che vive libera nella sua stalla

traccia di gloria
e sabbia

che amava le ampie distese

mia madre vendeva sogni ai bambini e sognava
(anche lei sognava) castelli per le sue regine

castelli di ricchezza
castelli di passione
castelli a larghe vedute
castelli di roccia
castelli
che alle temperie
si sbriciolarono
e che lei
piccolo ombrello
non poteva proteggere

mia madre è un cigno ad ali chiuse
ancora elegante
quando raccoglie i suoi capelli bianchi
sulla nuca

e mi mostra memorie
che danzano nelle sue pupille

è un campo di grano mia madre dal cuore biondo
una fiore passionario
che ha lasciato cadere
i suoi petali rossi
sul
mio
capo

e che pesano quei petali,
come macigni

mia madre
ha un vaso colmo
di quello che avrebbe potuto fare
e che non ha fatto
e di quello che era inevitabile fare
ma è sempre stata zolla aperta allo straniero

perché tutti eravamo dei viandanti

mia madre è il poema che resiste al libeccio
mia madre è una vela senza tempo.







GAMLA STAN

(Lingua Svedese)

Snön täcker det förflytna,

en blomma motstår vinter,

det blåser kallt ute

men inne brinner ljusen,

i grändernas mörker vandrar en sankta Lucia.

Stillheten i Gamla Stan

är av mitt barndoms skratt

avrbryten.


**********

Traduzione:

GAMLA STAN

La neve copre il passato,

un fiore resiste all'inverno,

fuori un vento gelido

dentro candele accese,

nell'oscurità dei vicoli una santa Lucia pellegrina.

Il silenzio di Gamla Stan è interrotto

dalle risate della mia infanzia.

Nota:
Gamla Stan è il quartiere detto Città Vecchia
nel cuore di Stoccolma, dove sono cresciuta.







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9 Agosto 2006
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