Circolo Culturale il Gattopardo
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POESIE
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Maurizia Fervari
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Le Poesie Dialettali di Maurizia Fervari |
Una carezza ancora
di Maurizia Fervari Corde sospese gettate sul vuoto le tue, le mie parole a reggere funamboli pensieri che s’aggrappano muti al timore del vuoto. Forse soltanto ancora una carezza potrà dire del bene che ho voluto del bene che mi hai dato del male fatto e poi dimenticato. lungo la strada che ci ha visti insieme. Forse soltanto mano nella mano sarà lieve l’andare fino a qundo la notte ci sorprenda vicini. |
Fioriscono le brine
Stazionano le nebbie lungo i viali. A terra imputridiscono le foglie macerate di pioggia. Vanno memorie a ricercare il sole e la voce del mare ed il tremore di baci al plenilunio. Si curvano le spalle sotto il peso di sogni arresi al quotidiano passo appoggiato all'inerzia. Fioriscono le brine sui prati di novembre. |
Fuori stagione
Cime innevate. L'aria taglia i pensieri. Precoce inverno. |
Luglio
Lungo la scia purpurea del tramonto Una lampara lenta s'allontana; Guida il suo andare un volo di gabbiani Librato contro il cielo che s'imbruna. Intriso nei pensieri di chi resta Odore di salsedine e d'attesa. |
Infierisce di rose
Sotto cieli d'infanzia maggio esplodeva di lucciole e di rose ed in nenia di grilli cullava sogni a sera. Tu, a briglie sciolte correvi arcobaleni sul tuo cavallo a dondolo e infilavi collane di stupiti aquiloni. Petali di silenzio ora sfoglia la notte mentre a lume d'insonnia rammendi il tuo mantello di pensieri ove nascondi rombo d'uragani e lacrime di vetro . Su schermi polverosi di ricordo sfocati fotogrammi in dissolvenza… …e fuori maggio infierisce di rose. |
Marzo
Mattine chiare frizzanti di vento. Artigli di gemme aprendo la sorza Ridono a rami di nuove. Zingaro va il alla deriva Ormeggia il cuore a fragili illusioni |
Gennaio
Gemme di brina sbocciano sui rami Elevati in preghiera verso il cielo. Nell'intatto biancore della piana Nessuna traccia a segnare ritorni. Alla finestra gli occhi all'orizzonte Inseguendo parvenze allucinate Ombra di donna a interrogare il fato. |
Del nostro andare arreso
Fragile come volo di farfalla lungo il sentiero che s'inselva a sera il continuo indagare la ragione del nostro andare arreso. Fummo tentati a cogliere la rosa tatuata sulle spalle della vita. Allungammo la mano ma la spina ci dissuase alla fine … Rondini migratorie le speranze non fecero ritorno al nostro nido. Le nostre foglie se le porta il vento ghignando ad una ad una … Fedele resta soltanto il dolore a incidere parole sulla pelle a declamare versi di memorie che si spengono in gola. Sopravissuti all'ultimo dei sogni restiamo sulla soglia del tramonto alzando nude braccia scheletrite a sfidare l'inverno. |
Novembre
Nelle nebbie ovattate di novembre Ove i contorni perdono spessore Vanno pensieri incerti ad evocare Esperienze di vita non vissute Memorie che appartengono ad un altro Brandelli di un poema da assemblare. Respira occulto il paesaggio intorno Ed il poeta lo può reinventare. |
Quando te ne andrai
Sarà un mattino quando te ne andrai, di fine estate o di incipiente autunno. La luce avrà mestizie preautunnali e un brivido indeciso percorrerà l'acacia nel giardino. Io ti preparerò il caffé, quello di sempre tu lo berrai in piedi, già di fretta. Tra noi non ci saranno le parole tipiche di un commiato ma un silenzio di cose inesprimibili e pur note. Le mani avranno febbre di carezze nei gesti consueti e il tuo saluto sarà quello di sempre, un po' distratto. Nascosta tra le tende ti guarderò partire e poi la casa vuota avrà le voci della tua assenza Aleggerà nell'aria il tuo profumo nella tua stanza ed io la chiuderò per ritrovarlo e illudermi di te. Sarà un mattino quando te ne andrai. E poi sarà perennemente sera. |
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