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Premio di Poesia Circolo Empedocleo - Edizione 2007

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I TESTI DIALETTALI

LETTERE - A - B - C - D - E - F - G - H - I - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - Z






Sicily

scintillio dal mare
terra
le tue labbra al solo pensarle
m'ubriacano;

ho attraversato paesaggi
e chiesto desideri ai tramonti
per riabbracciare la terra che fu mia
così canto
e prego d'immergermi
ancora tra le tue membra
perché non s'abbia a bruciare
la zagara trai tuoi capelli

canto questa lacrima di miele
bella che l'anima si spiccica
perché conosco la sua dolcezza
e lontano, l'ho pagata dall'acqua al sale;

perché le notti di luna
ho sentito gli ulivi
parlare greco
e sono cose che qui capitano ai vivi
tra la grandezza
con cui il tufo ruggisce al tramonto
e la nuova luce
d'un sole forgiato al di là del mare

così canto
perché tant'è amara la buccia dell'arancia
tanto dolce il suo colore nel cielo,
arancione, rosso come il laccio
che stringe la mandorla cornuta
scuro come l'acre odore di carrube

canto perché al mattino
con gli occhi stropicciati
il sole, ha invidia dei limoni

canto perché ancora mi è concesso
indovinarti la bellezza

ADERNO' SEBASTIANO - NOTO


L'ARTE DI TACERE

Mi pentii d'aver parlato
mai più d'aver taciuto.
Parlare è un esternare emotivo,
tacere, fortezza reclama.
Stimato sei o semplice,
sempre ed in ogni dove
l'arte impara del non dire.
Tacere non è perdere,
virtù è del sapiente.
S'interviene all'occasione,
giammai prima d'aver pensato,
sempre dopo l'aver ponderato.
Quando l'intervento ruminato hai,
certo stai, per chi l'accoglie
ricchezza preziosa ne trae.

AGUECI SALVATORE - ERICE - TP


Quasi sera

All'imbrunire,
il mare stanco del giorno
sembra voglia farsi immobile.... ma non può.

Moltitudini d'uccelli
sfiorandolo, di ritorno ai nidi
regalano ad esso moto perpetuo.

Pullula il ficus, di frenesia d'ali
in un turbinio di ricerca d'amore.

Frastuono di musica cinguettante
copre grida gioiose di bimbi
che ladri dell'ultimo chiarore
scalciano la sfera di pentagoni.

Il giorno, saccheggiato di colori e luce
lascerà posto alla sera.

Regnante assoluta
di rocca inaccessibile ad uomo,
l'agave l'aspetta, come sempre

Assetata.... di pianti di luna piena.

AIELLO VINCENZO - BAGHERIA - PA


SENSAZIONI

Vedo la notte che brilla e l'oscurità della luce
Vedo pettirossi strisciare e serpenti che volano alti, fieri e dall'andatura veloce
Vedo viventi nelle bare e morti che non si rassegnano ad andare
Vedo arcobaleni in bianco e nero e vecchi film sfolgoranti di colore

Sento verità orribilmente schivate e menzogne felicemente accolte
Sento monologhi corali e cori di voci da fischi ricoperte
Sento dolci melodie di rumori e tediosi canti di uccelli tra foglie bruciate e rotte
Sento il suono discreto di un uomo che muore e il fastidioso frastuono di un cuore che batte

Tocco anguille vive che rimangono in mano e donne sguscianti malgrado legate da funi robuste
Tocco mani delicate ad agricoltori e dita callose a giovani pianiste
Tocco ulivi dal tronco levigato e parquet ruvidi e nodosi
Tocco acque che ristagnano e solidi che scorrono tra argini invano protesi

Gusto la dolce cicuta e zuccheri velenosi come fiele
Gusto la fragranza del sale ed un pane salato da star male
Gusto limoni dolcissimi ed acque acerbe, aspre ed inquinanti
Gusto bevande dure come rocce e noci che si sciolgono tra i denti

Respiro fiori maleodoranti e discariche profumate
Respiro venti torridi d'inverno e gelidi d'estate
Respiro il fumo salvifico del cielo ed ossigeno avvelenato sulla terra
Respiro tormente ed uragani di pace e leggeri, piacevoli scirocchi di guerra.

ALEO FABRIZIO - FAVARA - AG


L' Evento.

Raggiante e radiosa ,
Timida e paurosa,
evviva la sposa.
Incertezza e prudenza sono state offuscate.
L'abito ,il capo, il velo, tutto è acconciato
La chiesa, i nastri, i fiori, tutto è addobbato.
La coreografia è sapienza ;la scenografia evidenza
Protagonismo per il padre, protagonismo per la madre.
Tutto sembra credibile,tutto appare reale.
Rito ortodosso, rito cristiano
Matrimonio religioso, matrimonio civile
La fede è ingenua ostentazione.
Il prete, l'organo, le parole, tutto ti rassicura e diventa solenne verità.
Riso, sorrisi e sguardi ti festeggiano,
la presenza è gratitudine, i complimenti complicità ed incitamento.
Gli applausi e gli evviva riecheggiano tra le vivande e i brindisi
I rallegramenti rimbalzano e invadono la sala
Le emozioni si inseguono, le scene si avvicendano fra realtà e finzione
La bellezza è esaltata la bruttezza negata.
E il bianco della purezza?
I flash abbagliano, illuminano e fanno chiarezza
Le immagini si riflettono nitide sugli specchi
Le lucciole valgono lanterne.
Compreso nella coppia, lo sposo torna ad essere considerato;
felice per la fortuna accordata ma secondario nella figura
risulta adatto ma mai perfetto.
Il sì li ha legati, la spirale li avvolge, la vita riflessa inizia.
La fantasia è librata,le ali spiegate,
la quotidianità alienata
il sogno è promessa.
Speranza o illusione?
Peccato a chi tutto questo è mancato.

ALLERI MARIA - BOMPIETRO


Ricordi di domeniche vagabonde

Ancora torna quell'odore di ragù,
denso e speziato ,
ricordi di una domenica lontana,
ore ad aspettare
un passaggio misericordioso di santi,
stanchi e commoventi,
che fissavano i nostri passi incerti
con i loro volti lucidi…impassibili…
stringevo la tua mano
e il mondo non sembrava poi cattivo,
ai miei occhi strabici e curiosi.
Raccontavi storie pallide ed antiche,
evaporate in ricordi
di zagara e lavanda.
Parlavi di un amore grande,
di due occhi di lupara
dalla lunga treccia scura,
di un'Italia povera e bella,
attraversata a piedi,
con i sogni in bianco e nero.
Lacrime di bambina allora,
facili a sparire,
perse in una una tua carezza.
Lacrime di donna ora
severe ed ostinate
adesso che conto svogliata l mie primavere,
domenica mattina
su un traghetto perdo la mia isola interiore,
onde mi salutano schiumose,
piango zagara e lavanda
…uno strano destino vagabondo
nei miei occhi strabici di donna
fissi come quelli di un santo…

AMATO FRANCESCA - S. STEFANO DI CAMASTRA


Naufraghi
La tua pelle di naufrago
mi attendeva lì,
sul quel giaciglio rubato
alla luce di un giorno incantato,
su una terra senza tempo.
Quel giorno di miele
apparteneva al sogno
e racchiudeva parole di spuma
e carezze marine,
baci striscianti
e anelli di umide alghe,
segreti di conchiglie e aliti di venti africani.
Nel tuo abbraccio,
per cento anni atteso,
vidi voli di candidi gabbiani,
udii melodie appena mormorate dagli alisei,
toccai la pietra calda del sole dell'estremo sud del mondo
e sentii il palpitare infinito della tua lava linfatica
Naufrago anch'io, ti riconobbi,
stremata da anni luce di solitudine.
La tua pelle diventò la mia .
Fusi insieme in un unico respiro,
trattenemmo fra le nostre dita
parole di sabbia elacrime di pioggia.

Inutilmente.

Il tempo del mondo incalzava,
con ruote d'acciaio,
impietoso del nostro svanire.

I giorni si fecero mesi e anni.
Armate vincenti contro noi,
spersi nell'inquietudine
del quotidiano vivere.

AMICO GEMMA - SALERNO


Codice d'amore

Chi ingorga
le arterie della mia circolazione
è anima arrogante e spericolata
Ostenta il diritto di precedenza
e infanga la purezza del cuore!
Non hai doni per me,
solo direzioni obbligatorie
cantieri di emozioni blindate
vetri neri di un lutto amoroso.
Piovono dal cielo lacrime
per un divieto di sosta
stranamente infinito.
Solo ristagni di vane illusioni
e fugaci attraversamenti pedonali.
Lascia solo il cruento passeggero
che vuol baciarti all'inferno.
Mai più giochi e labirinti intricati.
L'alba di domani
foriera sarà
di gai intrecci.
L'amore vero
ti solleva dal fardello della sconfitta,
ricopre trincee dell'anima,
illumina tratti tenebrosi
di questo infido senso di circolazione
ove dossi, strettoie e barriere
non fan più paura.
Mummifica un passato che si sgretola
plasma un nuovo codice d'amore.
E domani la città
tornerà a splendere
forte del bagliore
della conquistata gloria.

ANNOLINO DEBORAH - AGRIGENTO


L'EMIGRANTE

Come uccelli senza frontiera,
con spirito avventuriero
hai aperto le ali
e sei andato via
con la leggerezza degli anni tuoi,
senza una logica da seguire
la valigia hai riempito
di sogni ed ambizioni.
E come nelle favole,
c'era una volta
l'ingenuo che si sentiva grande,
dal pozzo aveva attinto
rinuncie e solitudine,
caro il prezzo da pagare,
quella valigia ormai un ricordo.
Al ragazzo ormai sfiorito
oggi c'è lui, l'emigrante
che ad occhi chiusi
rimurgina un passato
ormai inesistente.
Tra quelle ombre rivede lei,
il suo bel viso,
la bianca chioma
che soleva accarezzare,
piccola dolce donna
che è la mamma sua.

APRILE MARIA - AUSTRALIA


LO SPECCHIO

Rughe incise sul mio viso
disegni indelebili
del tempo che va,
frammenti di vita vissuta
ricordi di stagioni perdute.

Appuntamenti con la memoria
di pensieri assopiti
ed esiliati in un angolo
del mio essere.

Ombre riflesse
di cicatrici interiori.


ARFE' MARIA - NAPOLI


L'ultima sera
 
Sta scendendo l'ultima sera
di questa bizzara primavera,
ridipingendo il cielo chiaro,
liberato finalmente,
dai roventi raggi solari.
Il sofferto giorno sta tramontando
e il rosso fuoco si sfuma piano,
incalzato dall'istante.
Attimi di trasformazione.
Certe scie di aerei
trafiggono il meraviglioso crepuscolo
mentre lontano,
il rombo dei motori,
contorna il silenzio.
Non c'e' nessun movimento
che sconvolga la marcia notturna.
La luna, le stelle, le nuvole
dormono da qualche parte
e non accompagnano
questo pigro viaggio mesto,
in attesa del prossimo.

ARJAN KALLCO - ALBANIA


Il naufragio

Mille volti
e una donna sola.
Poesie cantate al mare
e sogni al vento,
sperando che sfiorino
lei.

Desideri –ma–
tra le dita,
sulla pelle,
nella mente…
mare, mare, mare.

Non Penelope ad attenderlo:
una puttana
lo spoglierà
d'ogni fantasia.

Sarà un momento
e sarà per sempre.
Senza dolore,
la memoria di nessuno.

Dolcissima danza.
Danza, tremenda,
terribile emozione.
Ancora una volta.
Una volta – l'ultima –
Candida, malvagia creatura:
la Morte che seduce.

BALDO JUDITH - GROSSETO


Una pagina di te


Memorie del cuore
Nei tuoi gesti d'amore

Le nocche piegate
Sul sacro rosario

Il viso contratto dai segni del tempo
Un figlio perduto
Un cuore lasciato…
In mano alla guerra…

Non mancavano però
Le rosee gote
Che sempre tingevano il tuo viso
Profumo di talco sulle vesti
Profumo di saggezza nelle
Tue preghiere…

Nonna…
Bambina insieme a me
Nelle tue lacrime
Trapuntate di dolore..
Ma piena di gioia
Nei tuoi sguardi verso me…

La tua presenza è stata un dono

Vivo…
Attraverso il tuo ultimo saluto…
In silenzio, come una foglia scortata dal vento
Verso esodi ignoti…

Stringimi ancora la mano
Non avere paura,
lassù ci aspettano le stelle…

E mi fermo ad ascoltare…
Da lassù donami ancora la tua risata!

BALLINI FABIOLA - VERONA


La Normalità dei Folli

Segando le gambe ai nostri pensieri
Avvolgendo passioni in veli d'acciaio
Noi cerchiamo di essere normali.

Ma cos'è la normalità?

Un arido ring di sabbia bruciata
Dove lottatori pagano per essere definiti
Normali e per discriminare i diversi.

Tutti spaventati da una logica diversa
Che salta tra le note dell'Es.

La follia è come un libro logorato
I cui fogli sbattono nel vento
Si alzano in volo e precipitano
nelle leggi dell'ipocrita Normalità.

La follia è libertà.

La follia è devastata da sguardi di sani
che vogliono insegnare
a nutrirsi di cose normali.

BARBARISI ROSARIA - BOLZANO


Il viaggio del fotone


Scappa un fotone dalla galassia

della lucida follia,

sguscia, striscia  tra soli spenti,

squarcia buchi neri d'ombre bianche,

s'intrufola in atmosfere asfittiche d'emozioni.

Rimbalza come un'eco di valzer

nelle pareti a specchio dell'affanno,

pulsa come un quasar sul pulpito,

delle cattedrali del silenzio,

infine trova un uscio aperto

e poi richiuso.
 
Curva traiettorie di luce in un arcobaleno

che sorregge la volta celeste,

spezza azzurri vuoti

riducendoli in brandelli di colori.

Scivola annegando in una goccia

di pioggia al vento,

batte foglie d'alberi ricurvi,

nella notte buia d'ossidiana tagliente.

S'innesta in groppa alla bianca neve,

in sella al crinale dei monti,

scioglie i suoi palpiti d'entropia,

scorre dentro rigagnoli cavi,

s'ingrotta, riemerge, salta, spruzza

vola tra le cascate vaporose,

collassando sopra lisce rocce.

Percorre fiumi come  bisce,

sferza canneti d'argini, tracima anse,

disseta golene, nutre secchi labirinti

tra crepacci d'arsura.

Bacia le rive della foce piatta,

s'infrange nella melodia delle onde sinuose

mordendo i capezzoli delle creste marine,

s'immerge sparendo  negli abissi.

 

S'acquieta, stanco e strapazzato,

il lacero fotone al capolinea

del suo vagare nella mente

d'un poeta immaginifico

soffocandogli  il  pensiero

prima del prossimo vagito.    

 
BARBERA PIETRO - TRAPANI



TIENIMI SEGRETO

Ora sono qui, di fronte a te,
mi senti?
Son grande e tu,
piccola riva,
così com'io ero
adesso mi appari.
Mi vedi?
Ti osservo, frugando,
l'esatto punto,
dove piccino,
col sole alto nel cielo,
caldo sui miei capelli,
felice giocavo.
Sedotto ed ammaliato,
fisso lo sguardo ancora oggi,
sulla schiumosa acqua,
percependo lo sciabordio,
forse lo stesso,
bagnar la battigia
per poi dissolversi impetuosa
nel pertugio della misera inezia.
Riecheggiano briose,
ancor nella mia mente,
le gaie grida di noi bambini
quando presagivamo
distante da noi quel gioco
triste e doloroso della vita
che sulla gogna,
decretando il suo cammino
stipula il suo epilogo su tutto.
Guardo intorno a me,
scrutando profondo, disarmato:
tutto qui è rimasto come allora,
medesimo negli anni, immutato,
conservato nel forziere del tempo.
Io, invece, no, tradito e venduto
da quello stesso arco temporale,
sono, ora, più vecchio
ed una tenue stilla,
rivolo gemmato sul mio viso,
copiosa fa capolino,
memore di quel tempo
che mai più ritornerà.

BARONE LUIGI ANTONIO - MATINO - LE


SAREMO UOMINI
 
Saremo uomini
quando impareremo ad accettare gli altri
rispettando le loro ideologie,
e per ragionare useremo anche il cuore
in sintonia con il cervello.
 
Saremo uomini
quando capiremo che una guerra
porta solo morte e distruzione,
e quando la pace sarà la messe
che riempirà i granai dei popoli.
 
Saremo uomini
quando sapremo far dono dell'amore
senza pretendere nulla in cambio,
e riusciremo a dispiegare nel cielo della vita
le ali rattrappite dalla consuetudine.
 
Saremo uomini
quando sapremo scrostare dal cuore
la vernice che imprigiona i sentimenti
e quando in ogni angolo del mondo
sventoleranno fiere le bandiere della libertà.

BARONI RENATO - BOVISIO


Dalak

Cielo e mare nel vento,
arse terre dal mare,
terrose case e sassi,
pietre e pietre tra il fango.

Bianchi occhi lontani,
gesti lenti ed antichi,
al silenzio incantato
cornice le stelle.

Presagi sognati
per magiche luci,
aerei passi, nel buio
di ogni animale le danze.

Albe lunari
in trasparenti atmosfere,
perdute gemme, nell'acqua
io,spazio fuori dal tempo

BASTI DANIELA - ROMA


L'Essenza dell'Esserci

C'è un posto dove l'Essere umano
arriva solo col pensiero.
E' il luogo dell'impossibile,
dell'impercettibile,
dove il finito cede il passo all'infinito.
Averne la consapevolezza è sentirsi
terribilmente grandi e potenti.
Sono un pensiero che penetra il Pensiero,
so di essere terra e mare
paradiso e infermo
bene e male.
Fermarsi e guardarsi dentro,
fermarsi e scoprirsi l'Essenza.
Non ho più paura.
Forse riusciranno a privarmi del mio corpo,
ma la mia mente sarà lì,
a ricostruire ciò che gli altri
hanno cercato di distruggere.

BATTAGLIA GINA - AGRIGENTO

Mai
Sempre rimasi lontano
dai tuoi desideri,
e perfino
dai miei,
a nulla valsero
i voli di queste
sillabe mai
pronunciate.
Attraversai
il tuo animo
senza nemmeno
toccarti,
attraversasti
il mio animo,
senza nemmeno
toccarmi.
Fummo da sempre
l'uno nell'altra,
e non ci
sfiorammo mai.
Da sempre hai vissuto
in me stesso,
e sono solo
da sempre.


BATTISTEL GIANLUCA - BOLZANO


ANGELI

Lievi come l'aria
sono stati tra noi.
Ci hanno portato
gioia,calore e amore.
D'improvviso sono volati via,
senza dire niente,
lasciando un grande vuoto
nei nostri cuori.
Adesso sono lassù
insieme agli altri angeli,
nella casa del Padre
a vegliare su di noi.

BELLANCA GIUSEPPE - S. CATALDO - CL


sono un ritardato tecnologico

sono un ritardato tecnologico
solo col gsm fui al passo coi tempi
fui il secondo della mia cerchia
a sentirne il peso nel taschino,
ma fui anche il primo una volta
a lasciarlo spento quasi un anno
e un'altra volta a scagliarlo
in mezzo ad una piazza deserta
 
il mio primo tvcolor lo ebbi all'inizio degli anni Novanta
e il primo vcr lo usai nel '96 a casa
della mia allora fidanzata, sul tetto di casa oggi
abbiamo la parabolica ma niente decoder,
per non dire del computer arreso all'ultimo upgrade
di 6 anni fa, dell'automobile con tutti i full-optional
di 11 anni fa, del dvd che non ho ma lo comprerò
rw±omnicompatibile, però il
fax-segreteria-cordless-stampante-fotocopiatrice-scanner
già me lo covavo prima che fosse sul mercato, adesso
attendo pazientemente il calo fisiologico dei prezzi,
 
e non chiedetemi di rinunciare alla lavastoviglie,
 
il primo walkman l'ho intascato a 35 anni
«nel mezzo del cammin di nostra vita»
e infatti non ci passeggio, né mi curo dei lettori
audiovideo mp3 mp4 di compressi
orecchiocchi microcefalici,
eppure credo nella tecnologia esattamente
come credo nella chiesa, una santa cattolica apostolica
cioè il mio parroco mi rimprovera di scarsa partecipazione
eppure credo, secondo i miei tempi
 
BERTASA MARIO - BRUGHERIO


Alzheimer

Come tela di ragno,
avvolge lentamente,
e inesorabile preme
meschina, per la resa
dell'indifesa vittima e tutto annulla,
e toglie anche il decoro.

E la mente ricopre
di impalpabile nebbia
che addensa pian piano e ne fa muro,
e quello che v'è inciso lo cancella.

E avida scava intorno una trincea
per la lunga prigionia
che sfianca e svuota e rende, inconsapevole,
pronto il corpo - ormai dimenticato -
ad impietosa e solitaria agonia.
...................................................
Nel tuo deserto senza orizzonti,
senza, ormai, storia,
si va spegnendo senza un'emozione
quel tuo bel navigar, senza più approdo.

BETTOZZI ARMANDO - ROMA


IL RITORNO DI PACO

Paco è un bambino
che vende fazzolettini di carta, accendini e calzettoni
e passò a casa mia un mattina di marzo che era già mezzogiorno

Paco è un ricordo
di quando tornavo da scuola e lo trovavo a tavola
vicino a mia madre, già seduto con la pasta nel piatto

Paco è un' invidia
la gelosia di chi non vuole un altro bambino
a ricevere le stesse attenzioni che la mamma da a lui

Paco è la furbizia
l'astuzia di un bambino marocchino
che passa sempre a mezzogiorno per farsi invitare a pranzo

Paco è il tempo che scorre
l' oblio che lo fa sparire di scena
che fa dimenticare i piccoli episodi che capitano nella vita

Paco è un destino che ritorna
una sera di marzo di vent' anni dopo
su una macchina, quando a casa c' è mia madre da sola

Paco è un imbroglio
una truffa, un inganno per una donna che non si fida
non di un marocchino che dice di essere quel bambino di allora

Paco è la delusione
di chi si aspettava la grande accoglienza
l' entusiasmo verso un giovane che non elemosina più il pranzo

Paco è una macchina
che si allontana dal cortile, mia madre sulla porta,
a guardare quei fanalini rossi che scompaiono nel buio.

BIANCO BRUNO - ASTI


Bacio microeterno

Il polpastrello del mio indice
accarezza i contorni delle tue labbra,
descrivendo così la microeternità
di un tuo bacio.

BILEI ELISABETTA - FAVARO VEN.


Le tue mani

Le guardo
Sono grandi e forti
Penso a quante volte
 hanno accarezzato la mia anima
Con la leggerezza di una piuma
E a quante volte hanno strizzato il mio cuore
Come una barra di ferro sulla morsa
 per essere spezzata

Le tue mani

Volteggiano su me
A volte come gabbiani in amore
A volte come aquile in cerca di preda

Le tue mani

capaci di dipingere fiori
come il più abile pittore
ma che sanno costruire
muri di cemento invalicabili

le tue mani

che mi cercano
che mi dimenticano
che mi accarezzano
che mi allontanano
che mi trovano
che mi perdono

queste tue mani

dentro me
unghia dentro la carne
come uncini
che non si staccheranno mai

ancora le guardo
e le prendo tra

le mie mani


BILLONE GIUSEPPINA - TERRASINI



DILATAZIONE

C'è aria di pioggia in questo vento d'aprile
E il mio cuore non trova la pace
finché il cielo non scarica a terra
lampi di guerra, tamburi di tuoni.
Allora si allontanano dall'umida pace i miei piedi
e comincio a librarmi nell'aria
inno alla vita sospesa tra cielo e terra
quando le mie ossa sono la mia gabbia
quando sciami di folli pensieri mi invadono
quando i miei capelli sanno di foreste lontane
quando assaporo il sangue nella mia bocca
canto un inno alla vita sospesa tra terra e cielo

BONCIANI MARCO - FIRENZE


DUE


Due occhi
come la fiamma di quella candela che brucia
su due corpi che si muovono
tra la notte
ed una camera buia
solo
la luce dei loro occhi riflessa.


Mentre la cera continua
a scendere giù tra i loro sospiri,
il tempo si bagna delle loro emozioni.

Piccole ombre
giocano con il mondo nudo
che stringono tra i loro cuori.


Due occhi
che si fermano in mezzo alla stanza,
due occhi che guardano un sogno
di chi non sta dormendo,
due occhi che vedono,
che osservano…
due occhi baciano un sorriso.


Uno sguardo che stringe forte un mondo capovolto…
Attimi, momenti
che tutto sembra incredibile.

Ma non è fantasia, non è una favola…
o una piccola storia incanta,
è solamente una poesia della mia vita… della tua e…

BOTTONI LORENZO - BOLOGNA


Rugiada bagnerà l'eternità

Cristalline gocce di rugiada
che l'alba appena nata
offre alla vita,
incerte stanno e trepide d'attesa,
sul petalo di rosa e sulla spina.
Superbe dell'umile bellezza,
vestite di purezza, eppure nude
lasciano all'alito di vento,
sbadiglio di sole,
decidere la gloria della fine.
L'una disseterà la gola al fiore,
placando l'urlo,
l'altra scivolerà lungo lo stelo,
fino a solcar la terra,
brivido del mattino.
Vita sarà, e Amore senza fine.
Rugiada bagnerà l'eternità.

BOZZALI FILIPPO - LICODIA EUBEA - CT

Sentire ed Amare
 
Sento il ticchettio della sveglia che scandisce il mio battito.
Sento il silenzio della notte che avvolge il mio sonno.
Sento il desiderio di averti senza confini.
Aspetto.
Che ti avvicini.
 
BURIGHEL NICOLETTA - ORIAGO











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9 Agosto 2006
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